Trauma del parto

 

M.O. (43 anni, commerciante) è una alunna della TISE e, come altre persone, frequenta i nostri corsi unicamente per la propria crescita interiore.

Proprio in un corso, durante un lavoro pratico, è stato chiesto di valutare la priorità, ossia chiedere all’Anima quale fosse la cosa più importante da trattare.

La valutazione ha mostrato una restrizione nella regione del cuore e abbiamo avuto una forte sensazione di rifiuto. Abbiamo cominciato il lavoro attenuando la paura che si stava prendendo cura di lei. Quando si è calmata siamo riusciti a sentire che il rifiuto aveva avuto origine quando ancora era nella pancia della madre.

M.O. è primogenita e di origini giapponesi e il padre, ancora molto tradizionalista, avrebbe voluto che il primo figlio fosse maschio.

E’ stato interessante vedere come M.O. non volesse nascere, sapeva che avrebbe trovato un mondo che non la voleva. Questo rifiuto l’aveva molto segnata, pensava di non essere abbastanza buona e, incoscientemente, si caricava si molte responsabilità per dimostrare al padre che era capace nonostante fosse donna.

Siamo riusciti a sprogrammare questa  modalità e abbiamo aiutato M.O. a rivivere un parto, senza la paura di non essere all’altezza delle aspettative degli altri, ma essere semplicemente se stessa.

Abbiamo riequilibrato e armonizzato i vari corpi lasciandola tranquilla e serena.

Dopo due settimane ci ha detto che la sua vita era cambiata, l’ansia e la preoccupazione che l’accompagnavano sempre erano scomparse, inoltre era riuscita a migliorare la relazione con il marito e anche con tutta la famiglia. Ancora oggi ci ringrazia per l’opportunità che ha avuto e perché ora conosce che cosa significhi la felicità di vivere.

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