Raucedine

P.O.M. (82 anni, pensionato) soffriva di raucedine da 8 mesi. La figlia, che lo accompagnava, ci ha spiegato che il problema era cominciato quando suo fratello si era ammalato e dopo due mesi era morto. I medici non erano riusciti a diagnosticare la causa della raucedine, era stato curato, ma senza risultati.

Era molto chiaro che la causa del problema era collegata alla perdita del figlio, ma avevamo bisogno trovare  perché il corpo avesse sviluppato proprio questo sintomo.

La valutazione ci ha condotto ai polmoni, in cui abbiamo sentito quanta tristezza avesse patito e, in particolare, quanto poco l’avesse espressa!

La figlia ci ha confermato che non aveva condiviso nemmeno una parola sulla morte del figlio.

Abbiamo spiegato a P.O.M. che il fatto di non esprimere la sua tristezza aveva causato la raucedine. Lui ha risposto che non aveva mai condiviso la propria sofferenza perché amava molto sua moglie e non avrebbe voluto sovraccaricarla con il suo dolore! Aveva pensato che sarebbe riuscito a superare tutto da solo, ma ora che gli avevamo mostrato la verità, aveva preso coscienza che stava “affondando”.

Lo abbiamo aiutato ad alleviare la tristezza lavorando sui polmoni e gli abbiamo anche mostrato che la famiglia avrebbe condiviso volentieri questa comune sofferenza. L’atto di reciproco aiuto sarebbe stato vantaggioso per entrambe le parti.

P.O.M. è tornato dopo 15 giorni e ha riferito che, con difficoltà, aveva cominciato a condividere le proprie emozioni con i familiari e che la raucedine era migliorata di circa un 60%.

Abbiamo fatto una seconda seduta per dare un equilibrio generale, tanto sul piano fisico, quanto in quello energetico. Siamo rimasti in contatto con P.O.M. che ci ha detto che, dopo un mese, la raucedine era scomparsa completamente; lo abbiamo ringraziato, in particolar modo per aver compreso che condividere non sobbarca nessuno, al contrario, è un grande aiuto per tutti.

Sordità

L.N.C. (38 anni, commerciante) soffriva da 2 mesi di sordità all’orecchio sinistro. Il medico aveva diagnosticato un’infezione prescrivendo antibiotici, ma l’udito non era migliorato

La valutazione ci ha condotto nella regione addominale, la nostra sensazione è stata che si era impaurita, per qualche ragione, in una discussione. Abbiamo chiesto se fosse successo qualcosa di simile un paio di mesi prima. Ha spiegato che proprio in quel periodo, parlando con suo marito della loro situazione matrimoniale (negli ultimi tre anni la loro relazione non andava molto bene), gli aveva chiesto se avesse intenzione di continuare il loro matrimonio. Il marito seduto alla sua sinistra le aveva risposto con un NO secco!

In quel momento abbiamo compreso la causa della sordità di L.N.C. La risposta negativa era inaccettabile, ossia non voleva udirla.

La risposta del corpo era stata di chiudere l’orecchio per non sentire.

L’abbiamo aiutata a desensibilizzare la circostanza traumatica e ad armonizzare i vari corpi. La reazione del corpo fisico è stata incredibile e immediata, in poche ore l’udito era tornato normale.

Per L.N.C. una seduta è stata sufficiente per trovare la cura al suo problema.

TPM (Sindrome Pre-Mestruale)

R.F. (14 anni, studentessa) si è rivolta a noi, accompagnata da sua madre, per forti dolori di TPM.

La madre ci ha spiegato che da quando aveva iniziato ad avere le mestruazioni soffriva molto per la TPM e nonostante prendesse la pillola anticoncezionale (ormoni), consigliata dalla ginecologa, i dolori non erano diminuiti.

La valutazione ci ha condotto nella regione dei reni, con una sensazione di abuso sessuale. L’Anima ci ha invitato a lavorare prima sul piano fisico, dove abbiamo iniziato a sentire due emozioni: rabbia e paura. Abbiamo chiesto se lei si ricordasse di qualche avvenimento in cui si era sentita violata o abusata.

Ci ha detto che a 8 anni un uomo aveva abusato sessualmente di lei.

L’importante, in questi casi, è non giudicare e rimanere completamente neutri per poter aiutare il paziente in profondità.

Le abbiamo detto di stare tranquilla, che tutto poteva essere risolto, da parte nostra avremmo lavorato per togliere quella rabbia e paura che tanto l’angustiava e allo stesso tempo generava i dolori di TPM.

Con delicatezza e molto amore l’abbiamo aiutata ad eliminare la rabbia e poi sprogrammato l’evento traumatico e infine armonizzato i vari corpi.

E’ stata incredibile la sensazione che il suo corpo ci ha trasmesso, si è completamente rilassato e, contemporaneamente, ha dissolto quella paura che la dominava da 6 anni.

In quel istante ha aperto gli occhi ,sorridendo ed ha esclamato: “Grazie!”

Sembrava proprio che sapesse che il problema era risolto.

Siamo rimasti in contatto con la madre che ci ha riferito, dopo 3 mesi, che il problema di TPM non si era più ripresentato,

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Pianto ininterrotto dei neonati

M.C. (10 mesi) da 3 mesi senza motivo apparente piangeva molto sia di notte che durante il giorno. A due mesi e mezzo aveva iniziato ad avere un rumore polmonare che ancora persisteva.

Durante la valutazione la sua Anima ci ha condotto nella regione toracica e abbiamo avuto la sensazione che la madre lo avesse abbandonato all’età di 2 mesi.

In un primo momento la madre ci ha risposto di no, ma abbiamo insistito chiedendo maggiori dettagli per aiutarla a ricordare che cosa fosse accaduto. Così ha ricordato che aveva avuto un’influenza molto forte e, per paura di contagiare il figlio, si era allontanata da casa per qualche giorno.

Trattare i neonati è meraviglioso, perché non hanno grandi barriere per cui sprogrammare e desensibilizzare il trauma è rapido.

Abbiamo parlato con la madre dopo un mese e ci ha detto come M.C. dormisse tranquillo e le crisi di pianto si presentavano solo per ragioni ben precise.

Abbiamo avuto l’opportunità di riparlare con lei dopo 4 mesi e ci ha confermato che il figlio stava bene.

coliche e reflusso nei neonati

L.M.R., 43 giorni, soffriva di reflusso con vomito e coliche dalla nascita

I genitori gli davano un farmaco per il vomito e un altro per i dolori, ma senza risultato.

La prima valutazione ci ha portato chiaramente all’articolazione occipito-atlantoidea che, per esperienza, sappiano essere correlata a questi problemi.

Abbiamo trattato l’articolazione, che si è liberata rapidamente, abbiamo anche riequilibrato l’energia della colonna, che non stava fluendo liberamente

 

Durante il lavoro energetico sulla colonna abbiamo sentito un disequilibrio nella regione polmonare e abbiamo chiesto ai genitori se la bambina avesse manifestato qualche sintomo a livello respiratorio. Il padre ha confermato che fin dai primi giorni aveva avuto un sibilo che i medici non erano riusciti a spiegare.

 

Abbiamo chiesto alla madre se, durante la gestazione, avesse preso uno spavento o qualcosa di simile. Ci ha detto che al sesto mese aveva avuto crisi di panico!

 

Abbiamo spiegato come queste crisi avessero influenzato la piccola nella pancia, raggiungendo i polmoni e i reni, a livello energetico.

Abbiamo trattato i due organi, ripulendoli del trauma vissuto in gravidanza.

 

E’ interessante vedere come il corpo immagazzini nella memoria cellulare ogni evento traumatico della nostra vita e come questi possano influenzare la nostra esistenza quotidianamente.

Che cosa c’è di più meraviglioso che avere l’accesso a queste informazioni e poterle trattare, liberando la persona da sintomi sgraditi.

 

L.M.R. è tornata al nostro studio dopo un mese, dicendo che la figlia non aveva più rigurgitato per tre settimane, ma nell’ultima il vomito era tornato con violenza.

Ci ha anche detto che le coliche erano scomparse come il sibilo

 

Abbiamo valutato L.M.R. e abbiamo chiesto alla madre se avesse fatto qualche vaccino alla figlia. Ha confermato di averglielo fatto fare 10 giorni prima.

Abbiamo spiegato che il vomito di questa ultima settimana era dovuto al fatto che il corpo aveva scelto questa forma per espellere le tossine della vaccinazione.

Quando abbiamo iniziato il trattamento, la figlia ha iniziato a piangere. Stavamo lavorando su un blocco energetico nella regione del sacro e, essendo una neonata, era molto sensibile al trattamento.

Il blocco era nel punto in cui avevano effettuato il vaccino, cosicché abbiamo liberato l’energia e la bambina ha smesso di piangere. Inoltre abbiamo aiutato il corpo a ripulirsi delle tossine del vaccino.

 

Abbiamo ricontattato i genitori una settimana dopo, ci hanno detto che il vomito si era interrotto il giorno dopo del trattamento e che ora la figlia stava molto bene.

coliche, reflusso, problemi di suzione

La madre di P.S. (8 mesi) si è rivolto a noi sotto indicazione di altri madri che avevano già ricevuto aiuto per i propri figli. P.S. soffriva di coliche intestinali e reflusso, oltre che di  lacrimazione dell’occhio destro fin dalla nascita.

Per i problemi di colica e reflusso stava prendendo un farmaco che diminuiva leggermente i sintomi, quanto all’occhio le avevano detto che sarebbe tornato alla normalità all’età di un anno.

La nostra esperienza con i neonati ci ha mostrato che nella maggior parte dei casi con sintomi di coliche intestinali o reflusso, la causa, che potrebbe essere muscolare o ossea, si trova tra l’occipite e la prima vertebra cervicale (atlante) che influenza direttamente lo stomaco.

Questa restrizione si può formare durante il parto, sia normale, sia cesario

La valutazione ci ha infatti portato a livello dell’articolazione occipito-atlantoidea e, con l’aiuto della madre che giocando con la bambina la distraeva, siamo riusciti a risolvere la restrizione. Durante il trattamento abbiamo liberato ed equilibrato altre strutture del cranio, in particolare l’osso sfenoide, probabilmente causa della lacrimazione. Il trattamento è continuato con una valutazione generale del neonato, il riequilibrio e l’armonizzazione dei vari corpi. Lo abbiamo anche aiutato a disintossicarsi dai farmaci che aveva preso fino a quel giorno.

Abbiamo spiegato alla madre che il bambino durante la notte avrebbe potuto avere febbre o diarrea, reazione tipica del corpo per eliminare le tossine. Ci ha telefonato dopo due giorni, riferendo che i problemi digestivi e dell’occhio erano spariti e che P.S. la notte dopo il trattamento aveva avuto la febbre, ma la mattina seguente era scomparsa. P.S non ha più avuto né coliche né reflusso.

Traumi sportivi – caso 2

J.P.C. (34 anni, dentista) 6 mesi prima, giocando a calcio, aveva avuto una distorsione al ginocchio destro. Subito dopo il trauma aveva avuto molti dolori, che erano migliorati con antinfiammatori e fisioterapia, tuttavia, non riusciva a riprendere a giocare, poiché con lo sforzo il ginocchio cedeva e si riacutizzavano i dolori.

Nella valutazione abbiamo rilevato dei compensi a livello del bacino e della caviglia. Abbiamo riequilibrato il bacino e le articolazione associate quindi anche la caviglia. E’ stato interessante notare, durante il riequilibrio della caviglia, che era presente uno spostamento di alcuni millimetri tra i capi articolari, che provocava mancanza di stabilità e che era responsabile della fragilità del ginocchio

Nel ginocchio abbiamo ripristinato la parte muscolare e liberato il flusso di energia.

In una sola seduta J.P.C. era completamente riequilibrato ed è tornato a giocare a calcio.

Acufene (ronzio all’orecchio) e problemi di pelle

F.A.P. (19 anni, studentessa) da 10 anni soffriva di problemi di pelle con eruzioni cutanee che cominciavano dal dito medio e si estendevano in tutta la mano e da 5 anni soffriva anche di acufeni.

Aveva preso diversi farmaci, ma il risultato era solo un miglioramento temporaneo della pelle quando usava creme al cortisone.

La valutazione ci ha mostrato che i sintomi avevano un collegamento diretto con il cuore, la sensazione della causa era una perdita e il cuore era chiuso.

F.A.P. ci ha detto che il padre era deceduto da 10 anni. L’abbiamo aiutata ad andare più in profondità per vedere i segni lasciati da questa perdita. In poco tempo è riuscita a percepire che poco dopo questo triste evento, aveva chiuso il suo cuore per lui, per non soffrire.

La morte del padre ha rappresentato per lei, un tradimento e lo ha vissuto chiudendo il cuore, smettendo di amarlo. In questo momento stavamo sulla causa del problema di pelle. E’ interessante sapere che, quando si chiude il cuore, a livello energetico il pericardio (la membrana esterna al cuore) diventa rigido e nel dito medio termina il meridiano energetico!

Abbiamo desensibilizzato l’evento e aiutata a liberare e aprire il cuore. Abbiamo terminato la prima seduta lasciandola più tranquilla, spiegando che avrebbe avuto bisogno di tempo per ottenere il miglioramento fisico della pelle.

Dopo 15 giorni F.A.P. è tornata e la valutazione ha mostrato molta tristezza nella regione dei polmoni. Era chiaro che questa tristezza era legata al padre, ma il problema era che dopo circa 5 anni di sofferenza non riusciva più a sopportare tanta tristezza e aveva deciso di non soffrire più negandola.

Il corpo è una macchina intelligente per cui ha risposto a questa richiesta con un acufene bilaterale, in modo tale che il rumore occupasse la mente e non fosse più disponibile ad ascoltare la tristezza.

Il lavoro di desensibilizzazione è stato laborioso, ma vedendo il risultato ne è valsa la pena.

La restrizione energetica localizzata nella regione del cuore si è liberata completamente, l’abbiamo aiutata a ripulire i polmoni da tutta quella tristezza e l’abbiamo indirizzata a un’apertura del cuore verso il padre.

F.A.P. ha fatto una terza seduta dopo 15 giorni, in cui ci ha detto che l’acufene era sparito e la pelle aveva avuto un miglioramento del 50%.

Ora la sua vita è cambiato, riesce a condividere le proprie emozioni con i familiari e si e avvicinata molto a loro.

Trauma del parto

 

M.O. (43 anni, commerciante) è una alunna della TISE e, come altre persone, frequenta i nostri corsi unicamente per la propria crescita interiore.

Proprio in un corso, durante un lavoro pratico, è stato chiesto di valutare la priorità, ossia chiedere all’Anima quale fosse la cosa più importante da trattare.

La valutazione ha mostrato una restrizione nella regione del cuore e abbiamo avuto una forte sensazione di rifiuto. Abbiamo cominciato il lavoro attenuando la paura che si stava prendendo cura di lei. Quando si è calmata siamo riusciti a sentire che il rifiuto aveva avuto origine quando ancora era nella pancia della madre.

M.O. è primogenita e di origini giapponesi e il padre, ancora molto tradizionalista, avrebbe voluto che il primo figlio fosse maschio.

E’ stato interessante vedere come M.O. non volesse nascere, sapeva che avrebbe trovato un mondo che non la voleva. Questo rifiuto l’aveva molto segnata, pensava di non essere abbastanza buona e, incoscientemente, si caricava si molte responsabilità per dimostrare al padre che era capace nonostante fosse donna.

Siamo riusciti a sprogrammare questa  modalità e abbiamo aiutato M.O. a rivivere un parto, senza la paura di non essere all’altezza delle aspettative degli altri, ma essere semplicemente se stessa.

Abbiamo riequilibrato e armonizzato i vari corpi lasciandola tranquilla e serena.

Dopo due settimane ci ha detto che la sua vita era cambiata, l’ansia e la preoccupazione che l’accompagnavano sempre erano scomparse, inoltre era riuscita a migliorare la relazione con il marito e anche con tutta la famiglia. Ancora oggi ci ringrazia per l’opportunità che ha avuto e perché ora conosce che cosa significhi la felicità di vivere.

Trattamento degli animali

Il campo di applicazione della TISE è illimitato, può essere applicato a qualsiasi essere vivente.

J-F. si è rivolto a noi insieme alla figlia di 11 anni, perché il cavallo con il quale la figlia si stava allenando per delle competizione, aveva “inciampato” e era caduto durante una prova, battendo la testa.

Da allora il cavallo si rifiutava di allenarsi e, invece di saltare, buttava per terra J.F.

Fino all’incidente i due avevano raggiunto risultati eccellenti e questa situazione stava pregiudicando la possibilità di competere a livello mondiale.

La madre aveva due preoccupazioni, una per il cavallo e l’altra per la figlia, che stava cadendo ripetutamente a causa della reazione del cavallo.

Abbiamo valutato subito la figlia che non mostrava alcun problema, se non quello di avere una grande voglia di tornare a competere.

Hanno portato una foto del cavallo, attraverso la quale abbiamo potuto connetterci energeticamente con lui.

La valutazione ha mostrato che la caduta aveva provocato una restrizione ossea nella parte sinistra, del cranio, sopra l’occhio.

Abbiamo trattato la restrizione a distanza energeticamente e, quando si è liberata, ha riequilibrato anche i tessuti coinvolti con questa parte del cranio.

Abbiamo terminato il trattamento a livello fisico, ma bisognava riequilibrare anche il corpo energetico per riportarlo ad una perfetta armonia. Il trattamento è durato 20 minuti.

Dopo una settimana V.F. ha riferito che la figlia e il cavallo erano tornati ad allenarsi e a competere in pieno accordo.